L’installazione dei corrimano e delle ringhiere, come recinzione di balconi, è soggetta all’aliquota IVA del 4% per l’acquisto o per la costruzione di fabbricati con i requisiti della legge Tupini.
L’aliquota passa al 10% se vengono realizzati edifici assimilati Tupini o per gli interventi di restauro e risanamento, di ristrutturazione edilizia o urbanistica.
Dalla risposta dell’agenzia delle Entrate del 21 febbraio 2020, n. 71 , si evince che corrimano e ringhiera sono stati classificati beni finiti e non rientrano tra le materie prime e i semilavorati.
Il chiarimento risulta utile per le persone fisiche che intendano iniziare i lavori di rifacimento delle facciate esterne degli edifici, avvalendosi della detrazione del 90% del costo sostenuto, comprendente l’Iva che non può essere scontata.
Si applica l’aliquota Iva del 10% all’acquisto dei beni per gli interventi di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia o urbanistica, escluse le materie prime e semilavorate (Iva al 4%).
Per l’agenzia delle Entrate, i beni finiti sono quelli (diversi dalle materie prime e semilavorate) che «anche successivamente al loro impiego nella costruzione o nell’intervento di recupero non perdono la loro individualità, pur incorporandosi nell’immobile». Il bene finito è tale in quanto, pur incorporandosi nella costruzione, è comunque riconoscibile e non perde le proprie caratteristiche, è sostituibile in modo autonomo dalla struttura della quale fa parte, ed è quindi suscettibile di ripetute utilizzazioni.
L’agenzia delle Entrate ha chiarito che possono considerarsi beni finiti, anche le seguenti tipologie di beni:
– le ringhiere per i balconi, complete di ogni elemento (pilastrini, sistema di fissaggio, corrimano, ecc.);
– le recinzioni e, in particolare, della ringhiera per la recinzione completa di ogni elemento (pilastrini, sistema di fissaggio, corrimano ecc.);
– le tettoie per balconi e le terrazze che vengono montate sul pavimento e sulla facciata dell’edificio.